Da Masterchef a Misterchef, ma forse è meglio solo chef

di gabriele perrone

È di questa settimana la nuova classifica del World’s 50 Best Restaurants, l’evento più atteso dell’anno in ambito gastronomico. Come è noto, Massimo Bottura non è più il numero 1 al mondo, scavalcato dal collega svizzero Daniel Humm dell’Eleven Madison Park di New York.

Una brutta notizia? Non per forza. L’Osteria Francescana è comunque il secondo ristorante del pianeta e resta il migliore d’Europa. Ma soprattutto la discesa dall’Olimpo di Bottura, nell’ultimo anno trasformato dai media in MisterChef, vero e proprio guru anche su argomenti ben distanti dalla cucina, potrebbe servire a riportarci tutti coi piedi per terra e a farci guardare con più attenzione ai problemi del settore.

Inoltre lo svanire di un’eco mediatica praticamente solo attorno a un individuo ci aprirà l’orizzonte alla riscoperta di altri grandissimi protagonisti della cucina italiana finora rimasti in secondo piano, da Enrico Crippa a Niko Romito e Massimiliano Alajmo, solo per citarne alcuni.

L’ulteriore conseguenza potrebbe essere quella di un indebolimento dell’effetto MasterChef, che anche in questo caso si può vedere in modo positivo. Parliamo di show televisivi, pubblicità ed eventi dei più svariati che vedono gli chef sotto i riflettori e invogliano quasi tutti i ragazzi a studiare per diventare il nuovo Carlo Cracco, mentre nell’ombra cresce l’allarme per la mancanza di aspiranti lavoratori di sala.

I MisterChef continueranno a esserci (chi sarà il prossimo?), MasterChef e altri programmi simili proseguiranno, ma forse adesso l’occasione è quella di tornare più semplicemente agli chef, considerandoli personaggi sì fondamentali, ma all’interno di un quadro più grande che è la ristorazione nel suo complesso.

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