Sorbillo, battaglia legale in famiglia per l’uso del nome

Gino Sorbillo (nella foto) porta in tribunale il suo cognome. Il celebre pizzaiolo napoletano ha chiesto al giudice della sezione specializzata in materia di imprese presso il Tribunale di Napoli il provvedimento di sospensione dell’uso del cognome alla pizzeria aperta dal cugino Luciano nella centralissima via Depretis. La richiesta è stata accolta dal giudice con provvedimento d’urgenza.

«Mi è dispiaciuto arrivare a questo punto – ha affermato – ma dopo vent’anni impegnati a difendere e valorizzare la tradizione di famiglia, ho dovuto tutelare i diritti miei, della mia famiglia e di mio fratello Toto».

In realtà la soluzione della vicenda è ancora incerta perché il “marchio” Sorbillo nacque negli anni ’30 quando il pizzaiolo Luigi aprì una pizzeria insieme alla moglie Carolina. Da loro nacquero 21 figli, e poi i nipoti, molti dei quali continuarono in un modo o nell’altro il lavoro di Luigi. Tra questi anche il padre di Luciano, che negli anni ’50 inventò la pizza con il cornicione ripieno di ricotta.

Nel loro ricorso contro il provvedimento di sospensione adotatto dal giudice, gli avvocati Angelo Pisani e Daniela Pasquali sostengono che dal 2007 Luciano Sorbillo abbia ripreso l’attività del padre aprendo insieme al fratello Gigi una pizzeria in via Tribunali con il cognome Sorbillo e contro la quale Gino non ha mai avviato azione di natura legale.

Attualmente, sostengono nella memoria gli avvocati di Luciano Sorbillo, sono almeno quattro i marchi registrati con questo cognome in Campania e non ci può essere confusione tra loro perché hanno sempre in aggiunta il nome del titolare dell’esercizio.

Per il commercialista Sergio Maiorino, consulente di Gino Sorbillo, e l’avvocato Alessandro Limatola, i componenti della famiglia erano invece impegnati in altri mestieri e solo adesso che Gino ha avuto grande successo hanno seguito la sua strada, approfittando del marchio Sorbillo da lui valorizzato.

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