Vino, frenano le importazioni in Usa (+2%) e Regno Unito (-9%)

Frenano i grandi mercati d’importazione di vino. Le stime di Wine Monitor sugli acquisti nel 2016 sono decisamente negative: gli Stati Uniti dovrebbero chiudere l’anno con un incremento inferiore al 2% rispetto al 2015, il Regno Unito in calo del 9%, la Germania -4% e la Russia -3%. In controtendenza, invece, il Giappone che chiuderà con una crescita vicina al 3% e la Cina che continuerà a correre a ritmi sostenuti, quasi il +20%.

Il calo riguarda i vini fermi imbottigliati (oltre il 70% degli scambi mondiali della categoria) mentre guadagnano ancora terreno le importazioni di sparkling, con il Prosecco che segna un +30% sia negli Usa che nel Regno Unito.

A pesare sono le incognite economiche e politiche, dalla Brexit all’elezione di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti, fino al congelamento del trattato di libero scambio Usa-Ue (Ttip).

La tendenza al ribasso generale riguarda anche i vini italiani, ma non il gruppo Santa Margherita. «Registriamo una crescita, anche a volume, sui mercati storici – annuncia l’ad Ettore Nicoletto – Il trend è eccezionale, +40%, ma è influenzato dall’avvio di Santa Margherita Usa con sede a Miami. Cresciamo a livello diffuso anche nel Regno Unito e in Asia; l’Australia è diventato addirittura uno dei mercati di riferimento». Nel 2015 Santa Margherita ha fatturato 118 milioni di euro con 19,1 milioni di bottiglie vendute.

 

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